Uno, nessuno e centomila

Uno, nessuno e centomila Domande aperte

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    Quale dubbio insinua nell’animo di Vitangelo l’osservazione della moglie e poi quella dell’amico?

    Vitangelo comprende come egli abbia sempre ignorato il suo vero aspetto o, per l’esattezza, l’idea del suo aspetto e della sua identità che gli altri gli avevano attribuito. Era dunque un estraneo per sé stesso e, per come egli credeva di essere sempre stato, anche per i suoi affetti più cari (come Dida) e per i suoi amici e conoscenti. Non possedeva nessuna parte del suo corpo, che altro non erano che proiezioni menzognere che egli credeva di dominare: se non conosceva sé stesso, era possibile conoscere gli altri e farsi conoscere per la propria essenza? Il dilemma provocato da queste sue riflessioni originerà il suo male per il quale unica alternativa sarà la fuga dal mondo sociale e la riconnessione col flusso vitale presente in natura.

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    A quale esito conduce lo sdoppiamento provocato dallo specchio?

    Come in tante altre narrazioni pirandelliane, anche in Uno, nessuno e centomila è presente il tema del doppio che sovente prende vita mediante la comparsa in scena dello specchio. È dinanzi allo specchio che Vitangelo scopre di essere diverso da come egli si immagina e definisce, realizzando come il modo in cui la sua personalità venga recepita dagli altri, cambia di volta in volta in base al punto di vista assunto in un momento definito - e mai replicabile - da parte dell’altro. Inoltre, nel momento in cui ci si pone dinanzi al proprio riflesso, la nostra naturalezza scompare perché, consapevoli di essere osservati, assumiamo atteggiamenti mendaci che non fanno che rispecchiare un’entità morta, priva di qualsiasi enfasi vitale. A seguito di tale consapevolezza, come afferma Vitangelo lungo lo scorrere dei suoi pensieri, il pericolo che la follia pervada la mente è molto alto e l’unica possibilità di salvezza è l’abbandono da sé.

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    Che cosa significa rinunciare al nome per Vitangelo Moscarda?

    Nella conclusione del romanzo Uno, nessuno e centomila il lettore assiste alla negazione, da parte del protagonista, della propria identità: Vitangelo rinuncia al proprio nome - considerato un concetto che lo fissa in una forma immodificabile - e alla propria identità personale per entrare nel continuo fluire della natura. Egli si svincola dalle costrizioni sociali grazie al piacevole scenario naturale che circonda la casa di riposo nella quale si ritira per giungere all’armonica anonimia che desidera.

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    La conclusione del romanzo presenta uno stile insolito per Pirandello: quale e perché?

    L’autore, pur adoperando il soliloquio per il suo narratore, utilizza toni lirici atti a rendere la solennità propria dell’emancipazione personale presente nella conclusione. Con immagini e metafore lontane dalla realtà cittadina, Pirandello desidera sottolineare il divario tra mondo urbano e mondo naturale. L’intera libera rappresentazione dei pensieri e degli avvenimenti capitati a Vitangelo adopera termini retorici utili a richiamare costantemente l’attenzione del lettore, immerso nella storia al pari degli altri personaggi, e a sottolineare la dimensionalità entro cui la vicenda ha avuto origine.