Il piccolo principe

Il piccolo principe Le metafore e le similitudini

Domesticazione (metafora)

La domesticazione dà vita a una nuova organizzazione nel mondo: una relazione affettiva. Soppianta il rapporto pragmatico nel momento in cui le cose vengono intese solo in termini di utilità. In altre parole, ciò che conta non è più la loro funzione ma la forza della suggestione che racchiudono. Il colore del grano ricorda il piccolo principe alla volpe, così come sono le stelle a ricordarlo al pilota. Il grano e le stelle non esistono più in quanto tali ma essi sono un rimando al piccolo principe e così acquisiscono valore metaforico.

L’aviatore (similitudine)

Quando il pilota atterra nel deserto del Sahara afferma: “Ero più isolato che un marinaio abbandonato in mezzo all'oceano, su una zattera, dopo un naufragio". Questa similitudine consente ai lettori di percepire la sua solitudine. Come un naufrago su una piccola zattera nel bel mezzo dell'oceano, egli è solo tra le "onde" di sabbia del Sahara. Il suo isolamento è ciò che rende così sorprendente l'arrivo del piccolo principe ma questo è anche ciò che li unisce, poiché anche il principe è solo.

Baobab (similitudine)

Il principe racconta al narratore dei baobab e il narratore risponde così: "feci osservare al piccolo principe che i baobab non sono degli arbusti, ma degli alberi grandi come chiese [...]". Questa similitudine permette al lettore di comprendere quanto siano grandi e imponenti queste piante, il che è significativo perché molti critici sostengono che i baobab siano simboli nazisti a causa del loro interesse a espandersi (il lebensraum* di Hitler) e a conquistare.

*Il termine indica la teoria nazionalsocialista tedesca dello spazio vitale, ossia l’idea secondo cui tutte le popolazioni di origine tedesca e le maggiori risorse possibili andavano riunite sotto un unico grande Reich, N.d.T

Il principe come una lampada (metafora)

Questa è una metafora adorabile perché indica quanto esile e mite sia in realtà il piccolo principe, anche se spesso è rumoroso, lamentoso e curioso. Verso la fine della vita del principe, il narratore racconta: "Mi sembrava pure che non ci fosse niente di più fragile sulla Terra. [...] Bisogna ben proteggere le lampade: un colpo di vento le può spegnere...". Usa l'immagine di una lampada che può essere facilmente spenta per suggerire che la vita del principe può essere rapidamente estinta. Questa può essere considerata una metafora ma anche una prefigurazione del finale lasciato in sospeso.

Esercito (similitudine)

Il narratore descrive l'esercito dei lampionai: "I movimenti di questa armata erano regolati come quelli di un balletto d’opera". Questa similitudine non solo aggiunge grazia a un compito piuttosto monotono, ma rafforza anche l’idea secondo cui le responsabilità che gli adulti siano in un certo senso gravose. La similitudine è anche un modo un po' fiorito e "spiritoso" per descrivere i lampionai, affermazione ammessa dallo stesso lampionaio e di cui poi si scusa. Ricorda ai lettori che egli è un adulto e incline a tali superfluità.